ULTIME NOTIZIE ITALIA MOURINHO – Per qualche ora l’idea di vedere José Mourinho alla guida della Nazionale italiana non è stata solo una suggestione da social. Dopo l’esonero di Luciano Spalletti e i rifiuti di Claudio Ranieri e Stefano Pioli, il nome dello “Special One” è finito davvero sul tavolo di Gabriele Gravina. A rivelarlo è La Repubblica, raccontando una trattativa lampo nata fra Trigoria e Coverciano e poi naufragata sotto il peso di due ostacoli insormontabili.
Il primo sponsor dell’operazione era Adidas. Dallo scorso anno il marchio tedesco veste l’Italia versando decine di milioni a ciclo di contratto: con un Mondiale mancato e gli Europei alle porte, il brand cercava un volto potente, riconoscibile in tutto il pianeta. Mourinho – tre Champions, carisma mediatico garantito – incarnava alla perfezione quell’esigenza. A tal punto che, secondo il quotidiano, la multinazionale avrebbe accettato di coprire parte dell’ingaggio per convincere la Federcalcio a strappare il portoghese al Fenerbahçe.
Ed è proprio il club di Istanbul a erigere il primo muro. L’allenatore ha firmato la scorsa stagione un biennale milionario e la società turca ha respinto le avances chiedendo una penale da diversi milioni pur di liberarlo. Un esborso che né Figc né Adidas erano disposte a sobbarcarsi in tempi così stretti.
Il secondo ostacolo porta il nome di Gigi Buffon. Il capo delegazione azzurro, chiamato da Gravina a indicare il profilo giusto per far ripartire la Nazionale, aveva un piano chiaro: serviva un campione del 2006, qualcuno che conoscesse a memoria lo spirito del gruppo Italia. Rino Gattuso – con cui Buffon ha condiviso trionfi e spogliatoio – è stato fin dal primo giorno il suo candidato preferito, tanto che l’ex portiere non ha mai davvero aperto all’ipotesi Mourinho.
Così, mentre Adidas provava a spingere sul pedale mediatico, la linea federale si ricompattava: evitare bracci di ferro costosi con il Fenerbahçe e puntare su un ct “azzurro dentro”. Il resto è cronaca recente: Gattuso firma fino a luglio 2026, pronto a guidare l’Italia verso il Mondiale nord-americano; Mourinho resta a Istanbul, dove potrà concentrarsi sul progetto europeo del club di Ali Koç.
La vicenda, svelata ora, racconta quanto contino sponsor, liberatorie contrattuali e dinamiche interne quando si sceglie il commissario tecnico. E conferma che, per un soffio, la storia azzurra avrebbe potuto imboccare una strada molto diversa, con lo Special One al posto di Ringhio sulla panchina che fu di Bearzot e Lippi.
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