Josè Mourinho

AS ROMA NEWS SALERNITANA MOURINHODybala, Pairetto e la Juventus, Pinto e la Champions. Mourinho tocca tanti temi sensibili a fine gara. Come un fiume in piena, come sua abitudine, scrive La Gazzetta dello Sport. In mezzo c’è anche la partita e una Salernitana che gli è piaciuta per impegno e dedizione. «Hanno giocato come fosse la finale di Champions, ma è giusto così, sono stati dei professionisti».

I temi sensibili però sono altri, ad iniziare dall’assenza di Dybala, neanche in panchina. «La botta presa a Bergamo è stata tremenda, Paulo sta recuperando – aveva detto prima il g.m. Pinto – Paulo non si sentiva al 100% e abbiamo deciso di farlo riposare. L’obiettivo è portarlo nelle migliori condizioni possibili a Budapest». Poi tocca a Mou, con Paulo che anche ieri zoppicava salendo le scale: «Dybala sta male, non so neanche se lo avrò a disposizione tra dieci giorni. Se sono ottimista? No».

Poi l’allenatore della Roma passa all’analisi del campionato, iniziando dal rigore con cui la Lazio ha vinto domenica a Udine. Senza che nessuno glielo chiedesse, José va diretto: «Pairetto bene come sempre, fa sempre il suo lavoro», riferito all’arbitro della Dacia Arena. Quindi la penalizzazione della Juventus: «Mi dispiace per Allegri e per i ragazzi, che sono dei professionisti e pagano per errori dei dirigenti e della società. Ma questa penalizzazione è uno scherzo, nel senso che una sentenza che arriva a due giornate dalla fine compromette la regolarità del campionato. Lo avessimo saputo prima di Monza o Bologna forse avremmo avuto un approccio diverso a quelle gare».

Infine il traguardo Champions, quasi sfumato dopo il pareggio di ieri sera. «Ma chi ha mai parlato di obiettivo-Champions? A me non piace vendere fumo». E a chi gli ricorda che ne aveva parlato il g.m. Pinto, Mou replica così: «Problema suo, non mio. Siamo amici, ma con opinioni diverse. Con un mercato da 7 milioni arrivare in Champions non sarebbe neanche un miracolo, ma vedere addirittura Gesù Cristo che fa una passeggiata al Vaticano. Io mi gioco la finale, che può essere storia. Ci sono allenatori e giocatori che si sentono fortunati anche a giocarne una sola in carriera. Noi siamo a due consecutive…».



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