Josè Mourinho

AS ROMA NEWS MOURINHO – Come si annulla il gap con le prime quattro della Serie A? «Con il lavoro. Lavoro, lavoro: non conosco altri metodi». Direttamente da Setubal, in parallelo all’inizio del mercato, José Mourinho ha già la testa alla prossima stagione, che negli auspici servirà a riportare la Roma in Champions League, scrive il Corriere dello Sport. «Siamo consapevoli della differenza che ci separa da chi ci precede in classifica – ha detto al quotidiano portoghese Record – ma ci impegneremo per colmarla». 

Sembra molto contento di quanto ha già raccolto alla Roma: «Per alcuni Einstein della tv portoghese la nostra stagione è stata pessima. Ma per me, che sono molto esigente con me stesso, è stata fantastica. Alcuni giocatori hanno fatto più di 50 partite, ho dovuto lanciare alcuni giovani, mi è mancato per dieci mesi un calciatore top (Spinazzola, ndr). Eppure abbiamo conquistato una vittoria molto speciale».

Il ventiseiesimo titolo personale, il primo trofeo Uefa della storia della Roma: «Per me va messa sullo stesso piano di tutte le altre perché ha regalato emozioni forti e dato allegria alla gente. Ci sono club nei quali le vittorie europee sono conseguenza logica degli investimenti e delle aspettative. Io sono stato fortunato perché quattro titoli europei su cinque sono arrivati contro natura: con il Porto, con l’Inter e adesso con la Roma». E poi c’è la crescita invisibile: «Abbiamo fatto un enorme lavoro per migliorare internamente il club in tutti i settori. Di questo ringrazio Tiago Pinto, che è un grande direttore e un grande amico: capisco oggi perché il Benfica senza di lui non sia riuscito a vincere».

Da Tiago Pinto, e soprattutto dai Friedkin, si aspetta dunque una campagna acquisti all’altezza. Che potrebbe comprendere anche Sergio Oliveira, già rientrato al Porto per fine prestito dopo i sei mesi alla Roma: «E’ un campione. Sa vincere, sa essere leader ed è un ottimo compagno di squadra. E’ stato fondamentale per noi». Non quanto l’altro portoghese di Trigoria, il portiere: «Rui Patricio è un mostro. Chiamiamolo San Patrizio di Roma. Ha giocato 54 partite, commettendo due errori contro Sassuolo e Bodø ma mantenendo sempre un rendimento elevatissimo. In Portogallo c’è chi dice che abbia perso il posto in Nazionale a causa della sua stagione con la Roma. Ma è un’eresia assoluta».

La chiusura è dedicata al rapporto con la Serie A e con gli arbitri: «Gli arbitraggi si discutono ovunque, non solo in Italia. Ci sono stati degli errori che hanno condizionato diverse partite. Ma capisco il designatore Rocchi, che sta formando tanti arbitri giovani. A me sembra che la Serie A complessivamente sia cresciuta: anche le squadre di metà classifica ora giocano a calcio e cercano di vincere le partite. Così la qualità media migliora».



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