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Roma, il destino nelle tue mani. Gioco e orgoglio: pari a Siviglia. Ma serviranno due vittorie

Prima le buone notizie. Il punto con cui la Roma torna da Siviglia è meritato perché i giallorossi hanno saputo andare oltre le difficoltà

Andrea Belotti

AS ROMA NEWS BETIS EUROPA LEAGUE – Prima le buone notizie. Il punto con cui la Roma torna da Siviglia è meritato perché i giallorossi hanno saputo andare oltre le difficoltà di un primo tempo faticoso e organizzare una ripresa più aggressiva e determinata, impedendo il palleggio e le ripartenze del Betis, scrive La Gazzetta dello Sport.

Il pareggio, e questa è la seconda buona notizia, consente alla Roma di evitare troppi calcoli: qualcuno andrà pur fatto, perché il peccato originale della sconfitta in Bulgaria ha complicato il cammino dei giallorossi e quindi avranno valore gli scontri diretti e magari anche la differenza reti, ma battendo l’Helsinki in Finlandia e il Ludogorets all’Olimpico la qualificazione ai playoff di Europa League non dovrebbe scappare.

La terza buona notizia è il gol segnato da Belotti, che ha affiancato Abraham nell’inedita soluzione del doppio centravanti e ha mostrato grande combattività. Se le assenze di Dybala (purtroppo lunga) e Zaniolo hanno tolto qualità alla manovra, il Gallo ha sopperito con le sue classiche doti: senso del gol, pressione sugli avversari, sacrificio e lotta.

Va detto che per il Betis la gara di ieri era poco più di un’amichevole, visto che il primo posto nel girone era già virtualmente opzionato. E Pellegrini, infatti, ha lasciato in panchina Guido Rodriguez. Però questo non significa che gli spagnoli abbiano snobbato la gara. Anzi, il loro modo di giocare, quel fraseggio ipnotico e quei continui incroci sulla trequarti non hanno risentito del ridotto impatto sulla classifica.

E infatti in avvio la Roma, senza concedere molto, ha però sofferto proprio perché non riusciva a spezzare con continuità la fitta trama di passaggi. Non aiutava l’immobilismo di Matic, il cui senso della posizione e la cui intelligenza tattica non sono in discussione, ma poi bisogna anche interpretare in modo più dinamico il ruolo del perno centrale davanti alla difesa. Mourinho ha optato infatti per il 3-5-2, con Cristante e Pellegrini scudieri di Matic.

Questa soluzione aveva lo scopo di schermare un po’ la trequarti giallorossa, ma Pellegrini ha dovuto sacrificarsi eccessivamente in un compito di interdizione e non ha potuto innescare con continuità le punte. La Roma è stata brava a chiudere i varchi verso Rui Patricio, ma il Betis si è trovato in vantaggio all’improvviso con un gol simile a quello segnato all’Olimpico: tiro dal limite di Canales, deviato in modo decisivo da Ibañez.

Questa è la quinta rete incassata dalla Roma da fuori area nella stagione e non può essere un caso. L’azione nasce da un passaggio sbagliato di Spinazzola e da una scarsissima reattività di Matic, ma poi la squadra si era sistemata al punto che quando Canales riceve la palla appena fuori area, a cavallo della linea ci sono sette giocatori giallorossi. Matic e Smalling non vanno in pressione, Canales calcia e la palla finisce in porta. Il problema è la scarsa aggressività sulla trequarti che ieri e in altre occasioni ha consentito agli avversari di segnare da fuori.

Fino a quel momento la Roma non aveva creato nulla di concreto, ma aveva dato la sensazione di poter fare male alla difesa del Betis, soprattutto quando gli esterni salivano contemporaneamente e l’area di Bravo veniva aggredita da più uomini. Spinazzola in particolare vinceva spesso il duello con Ruibal, ma poi difettava nei tempi del cross o nell’esecuzione. Prima dell’intervallo ha effettuato un traversone perfetto e Belotti ha segnato, ma il Gallo era in fuorigioco.

Questa, però, era la conferma della sensazione di cui parlavamo prima. La difesa del Betis era attaccabile anche perché aiutata poco dai due centrali di centrocampo, serviva solo un po’ di velocità e intraprendenza in più. Nell’intervallo Mourinho ha sostituito Matic con Camara a cui ha chiesto movimenti verticali, spostando Cristante nel ruolo di play, e i risultati sono arrivati in fretta.

La Roma ha pareggiato con una bella combinazione tra Abraham, Belotti e Camara, che ha messo sul piede del Gallo una palla da spingere in porta. Più facile per i giallorossi costruire la rete che per il Var stabilire se fosse regolare: il guardalinee aveva segnalato una posizione di fuorigioco, ma i millimetri stavolta hanno premiato la Roma.

La partita, oggettivamente brutta, è finita lì, i cambi non hanno modificato nulla e forse Mourinho avrebbe potuto spendersi prima l’inserimento di El Shaarawy perché anche nella fase finale, pur equilibrata, sembrava che la Roma potesse trovare con più facilità la giocata decisiva. Non è successo, ma adesso i rimpianti non servono. La qualificazione dipende da due partite contro avversari inferiori: bisogna solo conquistarla.



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