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Conferenze stampa

Conferenza Monchi: “Proverò a trattenere Spalletti. Totti? Voglio che lui mi insegni cos’è la Roma”

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Monchi, neo direttore sportivo della Roma, si presenta in conferenza stampa. Queste le sue dichiarazioni:

Prende la parola l’amministratore delegato Umberto Gandini: “E’ un grandissimo onore per me essere con una persona di grandissimo spessore nel calcio mondiale. un sentito e forte ringraziamento al presidente Pallotta che è stato il primo a volere l’arrivo di Monchi e che si è adoperato moltissimo affinché il diesse accettasse di raggiungerci a Roma. Ringrazio anche per la professionalità di Massara che ha gestito molto bene questo periodo di interim tra la partenza di Sabatini e l’arrivo di Monchi”

Perché la scelta di venire a Roma?
Buongiorno a tutti, vorrei cogliere l’occasione per scusarmi con chi negli ultimi quattro mesi mi ha scritto e io non ho risposto con educazione dovuta ma perché dovevo concentrarmi al Siviglia. Non mi considero il miglior diesee del mondo ma una persona fortunata nella carriera che sta perseguendo, una carriera a cui ho dedicato tanto tempo e sforzo. E’ vero, avevo altre offerte, club anche interessanti e altisonanti, ma una volta lasciato Siviglia e saputo l’interesse della Roma ho avuto le idee chiare. A Roma c’è un margine di crescita molto grande, partendo però da una base che già esiste: non ricominceremo da zero perché è stato fatto una grande lavoro da Sabatini e Massara. Enorme possibilità di crescita e di sognare. Ho parlato con il presidente Pallotta e i dirigenti: so che qui posso lavorando essendo Monchi, qui mi permetteranno di lavorare essendo me stesso.

Quattro partite fondamentali alla fine della stagione. Cosa ha detto e cosa dirà alla squadra?
Sono d’accordo, non avrò una forte influenza in questa stagione, sono arrivato nel finale della stagione. Sono arrivato pensando maggiormente al futuro, ma questo dipende dal presente. E’ un futuro motivante, stimolante perché ci giochiamo la Champions diretta. Sono a disposizione del club, del gruppo e dello staff tecnico. Mi sento una parte integrante del club. Sulla base del presente costruiremo il futuro.

Questa Roma per ridurre il gap con la Juve deve avere pochi ritocchi o dovrà cambiare molto?
Sono qui concentrato sul futuro ma preoccupandomi su cosa posso intervenire. Conosco il potenziale della Juve sono ambizioso ma non vuol dire vendere fumo. Colmare il divario con la Juve non è facile ma neanche impossibile. Nella rosa attuale abbiamo degli ottimi argomenti da sfruttare per colmare il divario. Dobbiamo lavorare molto, è una cosa realizzabile sulla base di ciò che abbiamo ora in rosa.

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Anche in Spagna ci sono ancora i cori razzisti?
E’ un tema che mi preoccupa. In Spagna devo dire che il tema si sta gestendo abbastanza bene grazie alla collaborazione di tutti: club, giocatori, società, governo. Tutti seguono la stessa linea. In Italia si può fare altrettanto bene, ma sarà necessario l’aiuto di tutti: club e stampa che deve denunciare questi fatti. Un professionista deve uscire dal campo arrabbiato per aver perso una partita, ma mai perché offeso o insultato per colore della pelle o ideologia. Ruediger è un ragazzo straordinario, sta soffrendo per questo tema. Invito tutti a proteggere lui, ma anche Muntari. Siamo nel 2017 e non dovremmo parlare di questi argomenti. Con la modestia dell’ultimo arrivato chiedo a tutti sostegno e aiuto e prontezza nel denunciare questi episodi.

Vede analogie tra la storia del Siviglia e quella della Roma? C’è un segreto per cambiare mentalità?
Non credo che ci siano segreti, se ci fossero li venderei. Non esistono due club identici, ognuno ha una storia o una città dietro. Per vincere il segreto è il lavoro, che non è soltanto acquistare un calciatore o vedere tante partite, ma molto di più. I tifosi della Roma meritano che i propri sogni vengano realizzati, ma tutti dobbiamo andare nella stessa direzione per raggiungere gli obiettivi. L’ho fatto al Siviglia e sono sicuro che ci riusciremo anche alla Roma. Sono qui per cercare di realizzare questi sogni. Il mio obiettivo è unire tutti: da Pallotta, a Monchi a ogni singolo dipendente del club. Questo è il primo passo per vincere.

Cosa pensa della situazione di Spalletti?
Voglio raccontarvi una storia, un segreto. La prima volta che sono stato contattato dalla Roma, quella notte ragionando sui pro e i contro, l’unico contro era la difficoltà nel lasciare Siviglia e casa mia dove ho trascorso 29 anni. I pro sono molti, uno di questi era Luciano Spalletti. Avevo voglia e entusiasmo di lavorare con lui: è un allenatore importante e cercherò di realizzare questa possibilità. in questo momento non dobbiamo distrarci, quello che conta è il Milan, la Juve, il Chievo e il Genoa. Spero possa rimanere con noi, perché è uno dei motivi che mi ha attratto nel venire qui a Roma. Vedremo se ci riuscirò, io ci proverò.

Come sarà lavorare in un club dove non avrà un vincolo emotivo forte come il Siviglia. In Spagna lei non poteva più lavorare come voleva?
E’ la prima volta che esco da Siviglia in tutti i sensi. Sono arrivato lì a 19 anni da calciatore e poi come diesse. All’inizio si ha paura a lasciare città, ma neanche nei miei sogni miglior potevo pensare un’accoglienza del genere. Tutto questo ha reso più semplice il mio trasferimento. A Siviglia ho lavorato avendo le migliori condizioni possibili di lavoro: da uno a dieci, venti. Nel momento in cui davo questo passo nuovo, importante, dovevo trovare un club dove poter lavorare essendo me stesso.

Qualora Totti chiedesse un ulteriore anno da giocatore, aprirebbe le porte alla sua richiesta? De Rossi è vicino al rinnovo?
Sia Daniele che la Roma vogliono continuare insieme e dovremmo essere davvero particolarmente imbranati per non raggiungere un accordo. Ho conosciuto Daniele, è un ragazzo fantastico. Cercheremo di raggiungere questo obiettivo comune. Totti? Sono arrivato qui una settimana fa e sapevo che già vi era un accordo con la società che prevedeva questo fosse il suo ultimo anno da calciatore per poi diventare dirigente del club. Voglio guardare avanti e chiedo che Francesco sia il più possibile vicino a me, per imparare cos’è la Roma, perché Francesco è la Roma. Se riuscirò a imparare l’1% di cos’è la Roma mi riterrò fortunato.

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Quanto ha influito Franco Baldini nella sua scelta di venire alla Roma?
Non saprei quantificare quanto abbia inciso Baldini, quello che ha influito e mi ha convinto è stata la Roma. Baldini è stata la persona che aveva ricevuto il mandato da Pallotta di contattarmi. Io mi sono convinto grazie alla Roma, non a Baldini.

C’è un piano di mercato in caso di secondo posto e c’è un piano di mercato in caso di terzo posto?
In questo momento sto seguendo tre corsi accelerato di Italiano, per capire i nomi dei dipendenti, e un corso di ambizione. Perchè la Roma è ambiziosa e lo è da cima a fondo. L’ingresso in Champions dà accesso a del denaro importante, ma il denaro non è tutto. Aiuta ma non è tutto. Dobbiamo entrare in Champions per il prestigio, per la crescita del marchio, per riuscire ad attirare giocatori importanti. Al denaro si può supplire con il lavoro. Se non riuscissimo a centrare questo obiettivo ci rimboccheremo le maniche.

La strategia?
Quella di Siviglia era una strategia necessaria per lottare per gli obiettivi del club, una strategia anche pericolosa ma a Siviglia siamo riusciti a risolvere il tema finanziario addirittura generando plusvalenze. Un’analisi di questo genere sarebbe parziale: oltre ai numeri economici abbiamo anche raggiunto successi in campo. Qui alla Roma lavoreremo con la strategia migliore per raggiungere questi successi sportivi. Il problema non è vendere giocatori, ma comprare male. Questo è il problema maggiore e tutti insieme cercheremo una strategia condivisa per raggiungere successi. Secondo lei io sono venuto qui, lasciando casa mia, per non vincere?

Esistono alla Roma giocatori incedibili? Qual è il metodo Monchi?
Non sono qui per vendere fumo e dico che non ci sono giocatori incedibili. Evidentemente ci sono più importanti o meno importanti. Non dico che la Roma dovrà vendere giocatori, ma analizzerà tutte le offerte che arriveranno, in termini economici e sportivi. La Roma no ha un cartello appeso al collo con “si vende”, ma uno con “si vince”. Nessuno è incedibile, nessuno è cedibile.

Lei dovrà comprare giocatori non ancora grandissimi, come quando prese Ramos e Alves, o un giorno si potranno comprare anche gli Higuain? Kessie potrà essere il primo acquisto?
Ramos non è stato acquistato, ma è un prodotto del Siviglia. A me piace lavorare con i giovani ma non è un’ossessione. Io voglio comprare giocatori con due caratteristiche: che siano forti e bravi, e che abbiano fame di vincere, voglia ed entusiasmo. Kessie? Ottimo calciatore che la Roma segue, sul quale ha ottime referenze. E’ una possibilità, vedremo cosa succederà: siamo agli inizi.

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FOTO: Credit by Depositphotos.com

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